Destinazione: Angkor

Eccoci finalmente giunti al mio personale racconto di viaggio nelle magiche terre cambogiane. Questa proposta di viaggio sarà divisa in due parti così da farvi assaporare appieno tutte le bellezze di questa terra che coi suoi sorrisi e le sue particolarità ha conquistato il mio cuore di viaggiatrice apolide.

Dopo parecchie ore di volo con uno salo lunghissimo nella modernissima città di Singapore arrivo stanca e affamata a Phnom Penh. Dopo un sonno rigenerante la prima giornata in terra cambogiana la dedichiamo alla visita della capitale, una strana mistura tra modernizzazione occidentale e tradizionalismi orientali; l’esplorazione inizia da uno dei luoghi più sfarzosi ed importanti di Phnom Penh: il Palazzo Reale e la Pagoda d’Argento, dove forse per la prima volta respiro la tranquillità e la serenità del mondo orientale. Finita la visita guidata da Carlo, la nostra guida esperta in storia Khmer, proseguiamo il nostro percorso raggiungendo il Museo Nazionale della capitale, dove la conoscenza e l’amore per la cultura di Carlo si fa ancora più presente. Il tempo sembra davvero volare e appena usciti dal museo ci dirigiamo in un ristorante situato in riva al fiume Tonle Sap, dove gustiamo per la prima volta piatti tipicamente cambogiani di pesce e verdura. Usciamo dal ristorante ancora più carichi di prima e continuiamo la scoperta della capitale visitando l’Accademia Apsara (Champey Academy of Arts), il Mercato Centrale ricco di stranezze e cibi assurdi per l’ottica occidentale, fermata d’obbligo al Monumento dell’Indipendenza e al Monumento dedicato al re Sihanouk, e concludiamo la visita alla capitale visitando dopo il tramonto il Wat Phnom, situato a pochi metri dal nostro hotel. 

La seconda giornata è dedicata interamente allo spostamento verso il Nord del Paese; lasciamo l’hotel di Phnom Penh la mattina presto, salutiamo e ringraziamo Carlo, e lasciamo la capitale: appena usciamo dalla città le strade diventano di terra battuta, a brevi tratti male asfaltate e le case “all’occidentale” che avevamo visto in capitale lasciano il posto a baracche fatiscenti e sporche che si accatastano ai lati della strada. Carri trainati da buoi, bambini mezzi nudi che corrono nei campi, mondine che raccolgono il riso, motorini e tuk tuk che sfrecciano ai lati del nostro pullmino, tutto attira la mia attenzione e le prime ore all’interno del bus scorono nel silenzio, siamo tutte attaccate ai finestrini a fare la conoscenza di questa povertà dilagante che la nostra guida dice essere un tratto dominante della Cambogia. La prima sosta che ci concediamo è al Pa Av Market, un mercato vero che ci fa dimenticare il Mercato Centrale di Phnom Penh e nel quale ci perdiamo ad ammirare banchi carichi di frutta, verdura e carni sanguinolente che si accatastano su banchetti instabili o addirittura a terra, a pochi centimetri dai nostri piedi. Con gli occhi carichi di questa povertà ci dirigiamo verso un’altra tappa, questa tipicamente turistica: la cittadella di Skoun, conosciuta ormai per la vendita e la produzione dei ragni fritti!!!                                                                                                                                        Verso le due del pomeriggio raggiungiamo Kompong Thom, una cittadina che non ha alcun particolare motivo di interesse per il viaggiatore, ma che rappresenta il punto di partenza quasi obbligato per la visita dell’area archeologica di Sambor Prei Kuk, alla quale dedichiamo parte del pomeriggio prima di proseguire il nostro viaggio verso Siem Reap. 

Anche oggi la sveglia suona relativamente presto; il sole si è da poco alzato e la cittadina comincia a risvegliarsi lentamente e a riprendere i suoi ritmi orientali. Ci dirigiamo verso nord-est e in un’ora circa raggiungiamo Beng Mealea, un meraviglioso sito archeologico in parte distrutto dalle mine antiuomo del periodo di Pol Pot, in parte divorato dalla prorompente Natura, che nei secoli si è lentamente ma inesorabilmente impadronita del vasto santuario. Diventiamo tutte Indiana Jones e ci avventuriamo nel tempio per scoprire anche le zone più recondite e nascoste. Al termine dell’esplorazione ci imbarchiamo nuovamente sul bus e ci dirigiamo ancora più a nord per raggiungere il sito di Koh Ker, un sito notevolmente esteso con una meravigliosa vegetazione da cui emergono le possenti strutture dell’antica capitale khmer, Lingapura. Il monumento più affascinante è sicuramente il Prasat Thom, possente piramide a sette gradoni che ricorda vagamente i grandiosi monumenti messicani. Sotto un sole battente io e poche altre avventurose abbiamo deciso di raggiungerne la vetta per ammirare la maestosa giungla cambogiana!!! Sulla strada di ritorno verso Siem Reap abbiamo avuto l’occasione di sostare in un piccolo villaggio ai bordi della strada dove una miriade di bambini curiosi ma riservati hanno accettato da noi viaggiatrici occidentali commosse piccoli doni (magliette, canotte, matite, penne, quaderni…); è stata un’esperienza magnifica che ho inciso in maniera indelebile nel mio cuore.

   

Questa giornata la dedichiamo all’esplorazione della natura della Cambogia, visitando il Parco Nazionale di Phnom Kulen, montagna considerata sacra dai Khmer ed ancora oggi popolare meta di pellegrinaggio, sulla cui cima si trova un meraviglioso tempio buddista; un parco molto interessante, con una vegetazione fittissima, solcato da fiumi e piccoli torrenti, ricco di cascate.  Guardiamo ammirate il letto del fiume dove, secoli fa, durante il periodo angkoriano vennero scolpiti direttamente nel letto dei torrenti migliaia di raffinati bassorilievi per rendere simbolicamente l’acqua che qui scorre divina e pura. Seguendo piccoli sentieri raggiungiamo le cascatelle, dove ci concediamo un bel bagno rigenerante e dove i nostri occhi sono allietati dall’arrivo di un gruppo di monaci.  

Un’esperienza indimenticabile!!! Pranziamo al sacco in un piccolo ristorantino poco lontano dalle cascate accompagnate dal canto ininterrotto delle cicale. Il pomeriggio lo dedichiamo ancora un po’ alla scoperta del parco e poi con una tranquillità tutta orientale torniamo al nostro campo base per la cena.

 

La prima parte del nostro viaggio termina qui; tra una settimana esatta vi condurrò tra le meravigliose rovine di Angkor, sito archeologico patrimonio dell’UNESCO. 

 

Per altre foto del mio viaggio in Cambogia visitate il mio profilo Flickr

 


2 risposte a "Destinazione: Angkor"

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